L’altare di S


sabato 29 ottobre 2016 ore 21:00
domenica 30 ottobre 2016 ore 21:00
venerdì 25 novembre 2016 ore 21:00
sabato 3 dicembre 2016 ore 21:00
domenica 4 dicembre 2016 ore 17:00
sabato 18 febbraio 2017 ore 21:00
domenica 19 febbraio 2017 ore 18:00
sabato 25 febbraio 2017 ore 21:00
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Nuovo Teatro Sanità

Piazzetta S. Vincenzo 1 – Napoli

  Dove siamo

L’altare di S

Un progetto di Milena Cozzolino

Il Nuovo Teatro Sanità inaugura una sezione di teatro in foyer intitolata L’altare di S. Il progetto va incontro a due precipue vocazioni del teatro: la produzione e la ricerca di drammaturgia originale e la sperimentazio- ne sullo spazio scenico, che vuole indagare le possibilità di messinscena in luoghi teatrali non convenzionali. Sono stati scelti 5 spettacoli che bene si adattano all’area del foyer interno, uno spazio sugge- stivo caratterizzato da una splendida ppavimentazione del 1800 e due altarini del ‘700, uno dei quali sarà consacrato a quella esse puntata, che dietro la segretezza del nome, cela il mistero della scrittura teatrale, cioè di quella parola poetica capace di diventare corpo, azione e luogo.

 

Programma

29 e 30 ottobre

Manovalanza Teatro

WHERE ARE WE NOW?

Spettacolo itinerante di teatro integrato sulle migrazioni del corpo, dell’anima e dei sensi. Dedicato a “Edipo a Colono” di Sofocle e di Ruggero Cappuccio. di Adriana Follieri con, Teresa Battista, Marilou Cavaliere, Iole D’Antonio, Gennaro Di Micco, Cynthia Fiumanò, Hugo Fonti, Gennaro Lupone, Daniela Martusciello, Speranza Panico, Valerio Pietrovita, Floriana Sala, Davide Scognamiglio, Fernando Tancredi, Antonio Testa Regia |Adriana Follieri

Where Are We Now? Dove siamo? Unni simo? Addò stamme? ¿Dónde estamos? Molte sono le lingue, molti i modi per porsi le domande di un attraversamento, di un passaggio di stato o di coscienza… solida, liquida, aeriforme; infinite sono le sfumature nella presa di coscienza del confine, linea invisibile o smaccatamente disegnata sulle mappe, geografia interiore o politica. Where Are We Now? Viaggio di Edipo verso Colono è un lavoro sulla consapevolezza fisica e sociale dei confini esistenti. La compagnia, che vanta la presenza integrata di danzatori, musicisti, attori professionisti e non Attori, traduce scenicamente l’osservazione dell’ambigua pratica di esclusione della diversità: subdolo esercizio di distanza da ciò che non comprendiamo, dunque non siamo disposti ad accogliere.

 


 

25 novembre

IL VOLO DI MICHELANGELO

con, Beatrice Visibelli, Marco Natalucci

e al violoncello Ginevra Pruneti

Scritto e diretto da | Nicola Zavagli

Un racconto teatrale per voce e violoncello.Un breve volo nella vita d’un mito. Quasi una fiaba popolare, a volte poetica,a volte ironica. Per ripercorrere tutto d’un fiato il mistero concretissimo del genioindiscusso dell’arte universale. Un invito alla conoscenza. Uno spettacolo teatrale per raccontare la vita di Michelangelo, del genio indiscusso, del creatore divino. L’intento della narrazione drammaturgica è quello di raccontare la grande leggenda artistica e biografica del genio mettendola a confronto con alcune verità storiche emerse dopo quattro secoli di indagini critiche che hanno frugato in ogni dettaglio della sua vita. Mettere dunque a confronto le prime biografie del Condivi e del Vasari, pilotate dallo stesso Michelangelo. Per provare così a smontare un po’ la costruzione autocelebrativa del genio e svelare anche le tante menzogne del divino Michelangelo


 

3 e 4 dicembre

U.R.A. Teatro (Lecce)

AVEMMARIA

di Emilio Nigro

con, Fabrizio Pugliese,

Regia | Fabrizio Saccomanno e Fabrizio Pugliese

Da questa parte del Sud, le storie hanno scenari predestinati. Nessuna possibilità di scelta. La strada, la malacompagnia, gli “amici”, il potere. Il protagonista non ha nome. Potrebbe essere chiunque. Potremmo essere noi, di questa parte del Sud. Ha i nervi consumati, il linguaggio lo dice. Ha il corpo stritolato, come la sua terra dai poteri forti: Chiesa, Malavita, Stato. Uno stato rappresentato metaforicamente dalla famiglia, prima cellula di somministrazione degli ingabbiamenti sociali. Fili per marionette. Indottrinamenti dalle conseguenze irreversibili. E le strade sono obbligate. Le uniche possibili. Con santi a cui votarsi e etichette in fronte. La trasposizione sul palco perché ci si riconosca, osservando, nel proprio destino di uomini. Un solo personaggio, la sua storia, il suo destino. E una statua della madonna, la madre… Nello scenario (in)visibile di una terra di Sud teatro di queste realtà. Da una storia vera.


18 e 19 febbraio

SpazioTeatro

SPINGI E RESPIRA

di e con Lorenzo Praticò,

Regia | Lorenzo Praticò e Gaetano Tramontana Spingi e respira nasce dall’ incontro con un quadro di Francis Bacon che raffigura un ciclista. Non so cosa sia successo davanti a quel dipinto ma è stato come se all’improvviso io quel ciclista lo stessi sentendo respirare. E gli sono corso dietro… Nasce dal rapporto tra me e mio padre, che non è un ciclista ma pittore e scultore invece sì; e soprattutto è un padre… Nasce dalla ricerca di parole e di gesti che si adattino meglio alla vita e ai suoi tempi. E come nella migliore delle tradizioni nasce da un amore non corrisposto. Poi dentro sono apparsi come evocati nuovi personaggi: Sara, scomparsa prematuramente, sorella della madre e primo amore del padre; la mamma, premurosa e discreta; il Campione, bello e antipatico; Fiorenzo Magni, il Terzo Uomo del ciclismo italiano, scomparso a pochi giorni dal nostro debutto.


 

25  febbraio

Compagnia Ragli

L’ITALIA S’È DESTA

Un piccolo [falso] mistero italiano,

di Rosario Mastrota,

con Dalila Cozzolino,

Regia | Rosario Matrota

Carletta, la scema del paese, racconta la sua storia, del suo segreto. Assiste al rapimento da parte della ‘ndrangheta, in Calabria, del pullman della nazionale italiana di calcio, a due mesi dall’inizio dei mondiali. Subito lo scoop dilaga, esplode. Esercito, politica, sport e giornalisti all’assalto del nuovo fenomeno mediatico. Tutti accecati dalla notizia “bomba” da regalare, non si accorgono di Carla, che sa dove è nascosto il pullman bianco e la nazionale di calcio. Ma nessuno le crede. Il gioco de L’Italia s’è desta si svolge sull’idea del racconto reale di qualcosa che come al solito, successivamente, viene manomesso. Ma che nel caso specifico è già manomesso alla fonte.

E’ un racconto metaforico-ironico di un’Italietta credulona, epiteto significativo.