OLTRE OGNI POSSIBILE FINE, parte la rassegna dedicata a Pasolini

 domenica 11 Gennaio 2015

A quarant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, avvenuta tragicamente il 2 novembre 1975 a Ostia, il Nuovo Teatro Sanità (piazzetta San Vincenzo) ne omaggia la figura. L’intero mese di gennaio sarà infatti dedicato allo scrittore, regista e poeta bolognese, uno dei più grandi del Novecento italiano, nella rassegna “Oltre ogni possibile fine”, con tre incontri letterari ad ingresso gratuito (curati da Claudio Finelli) e altrettante rappresentazioni teatrali. Si parte lunedì 12 alle 21 con “Voci per PPP”: ad interpretare i versi pasoliniani, sulle note del pianista Mimmo Napolitano, saranno Roberto Azzurro, Carlo Caracciolo, Ivan Castiglione, Cristina Donadio, Lalla Esposito, Tina Femiano, Irene Grasso, Cinzia Mirabella e gli attori della compagnia del Nuovo Teatro Sanità (ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Info e prenotazioni al 349 478 4545, info@nuovoteatrosanita. it). Da venerdì 16 a domenica 18 si proseguirà con lo spettacolo “Una vita violenta nella città di Dio”, ispirato alla vita di Pasolini e diretto dal regista Ciro Pellegrino. Mercoledì 21 sarà la volta del certamen poetico “Versi per PPP”, che Finelli coordina con Carmine De Falco. Interverranno, tra gli altri, Carlo Bordini, Domenico Cipriano, Francesco Romanetti, Rosanna Bazzano e Ferdinando Tricarico. Ancora, da venerdì 23 a domenica 25, sarà di scena “Scrivo di esseri umani”, di Massimo Stinco, con Giovanni Raso, Natale Calabrò, Raniero Della Peruta e Gabriele Zeettia. L’ultimo appuntamento si terrà martedì 27 gennaio: “Pensieri per PPP” vedrà la partecipazione di Maurizio Braucci, Alessandro Cecchi Paone, Antonella Cilento, Francesco Durante, Peppe Lanzetta e Antonella Ossorio. Il programma prevede un ulteriore appuntamento, con “La grande tribù”, scritto da Claudio Finelli e diretto da Mario Gelardi (direttore artistico del Nuovo Teatro Sanità), con Michele Danubio e Riccardo Ceccarelli. Lo spettacolo si terrà nella galleria “Primo Piano” di via Foria. Il titolo, è un riferimento alle parole dello stesso Pasolini (che fu legato e affascinato da Napoli, set nel 1971 di alcune novelle del suo “Decameron”) che, in un’intervista, definì simbolicamente i napoletani come ancora non troppo compromessi dal ciclone consumistico della società moderna. Appunto, “una grande tribù, che vive nel ventre di una grande città di mare, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità”.